I vincitori del “Progetto Flaminio”, il concorso internazionale per il quartiere della Città della Scienza, sono Paola Viganò e il suo team di progettisti dello studio 015.
I candidati sono stati 246 provenienti da Europa, Stati Uniti, Medio Oriente e Australia.
Il concorso, bandito da Cassa Depositi e Prestiti Investimenti Sgr d’intesa con Roma Capitale, era partito il 23 dicembre scorso e successivamente erano stati selezionati 6 finalisti.
35mila mq di residenze, di cui 6mila per l’housing sociale, 10mila mq di strutture ricettive e commerciali, 14mila mq di spazi e strutture pubbliche e la Città della Scienza: queste sono le caratteristiche chieste ai progettisti.
Come ho detto oggi, durante la conferenza stampa d’annuncio del vincitore, in questi progetti non c’è solo il respiro di una città ma anche tanti miei sogni personali. Chi mi ha seguito dal 2009, nella mia visione, sa che ho sempre detto che dobbiamo cambiare il modo di costruire le nostre città.
Sono convinto che il ruolo di una pubblica amministrazione sia governare i processi di trasformazione della città tenendo sempre fermo l’obiettivo della tutela degli interessi dei cittadini.
La rinascita della città deve passare per il recupero dei suoi spazi inutilizzati. La grande ristrutturazione dell’area delle ex caserme di via Guido Reni con la realizzazione del Museo della Scienza e di una parte di abitazioni e servizi per il quartiere, arriva a un passaggio fondamentale.
È davvero per qualità e dimensioni un’operazione da paragonare al Beaubourg parigino frutto dell’impegno di questa amministrazione. Per questo il vincitore che abbiamo proclamato oggi avrà un ruolo importantissimo per lo sviluppo di Roma.
Come ha sottolineato l’assessore alla Trasformazione Urbana Caudo, “molte capitali europee realizzano nuovi quartieri e ne fanno occasione di sperimentazione architettonica e urbanistica. A Roma negli anni si sono costruiti interi quartieri ma in assenza di qualsiasi tensione di innovazione. Il progetto Flaminio oggi rappresenta una forte discontinuità con il passato“.
Ma sono tanti i progetti che stiamo portando avanti: portare le Olimpiadi a Roma, il nuovo quartiere intorno allo stadio, la nuova mobilità su ferro e le nuove stazioni della Metro C che la porteranno a 400 metri dall’intersezione con la linea A. Un unicum nella storia del Paese, con in più un percorso condiviso con la città. Davvero un insieme di elementi che dimostrano quanto dinamica e attiva sia l’amministrazione di questa città. Voglio ancora ringraziere la Giunta, il Governo, la mia maggioranza e il Consiglio comunale che ci hanno seguito in questo percorso.
Ora il masterplan dovrà passare per l’approvazione definitiva in Assemblea capitolina e poi nel 2016 partiranno i cantieri.